Assemblea Nazionale ACI

Foto evento 2Foto evento 3Foto evento 1Il 26 giugno, in Roma, presso l’Auditorium della Conciliazione, l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha celebrato la propria Assemblea Nazionale 2013 in una sala gremita di cooperatori provenienti da tutte le Regioni. I lavori sono stati aperti dal Presidente di Confcooperative e Copresidente ACI Maurizio Gardini ed arricchiti dai messaggi del Capo dello Stato e del Pontefice, nonché dall’apprezzato videomessaggio del Presidente del Consiglio Enrico Letta. Dopo l’ampia relazione del Presidente dell’Alleanza Giuliano Poletti, sono intervenuti il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Nunzia De Girolamo ed il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato, il Viceministro dell’Interno Filippo Bubbico ed il Sottosegretario allo Sviluppo Economico Claudio De Vincenti. “La scelta di AGCI, Confcooperative e Legacoop di dare vita al processo di unificazione tra le stesse tre Organizzazioni – ha dichiarato Rosario Altieri, Presidente AGCI e Copresidente ACI a conclusione della manifestazione – è una scelta strategica. Essa, infatti, parte dalla consapevolezza della necessità di una interlocuzione più forte ed ascoltata per affermare, nelle Istituzioni e fra le forze politiche, le ragioni di un importante segmento del sistema imprenditoriale italiano e per realizzare le condizioni attraverso le quali esso possa esprimersi con la massima efficacia. Con questo spirito, ha proseguito Altieri, l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha voluto organizzare unitariamente un appuntamento che, tradizionalmente, è sempre stato celebrato separatamente da ciascuna Associazione. È la prima Assemblea dell’ACI dopo quella del 5 luglio 2012, tenuta per la celebrazione dell’Anno Internazionale delle Cooperative alla presenza del Capo dello Stato. Anche il titolo della manifestazione vuole rappresentare la determinazione con cui la vera Cooperazione italiana intende assicurare il suo contributo per costruire la crescita economica e sociale del Paese. “Lavoro, futuro, Italia. Ripartiamo insieme!”: è questo il motto. Abbiamo bisogno – ha sottolineato il Presidente AGCI – di più occupazione e di buona occupazione. Abbiamo bisogno di disegnare un futuro che garantisca ai giovani di oggi ed a quelli che ad essi succederanno una qualità della vita non peggiore della nostra. Abbiamo bisogno di un’Italia che si riappropri del suo ruolo di guida fra le democrazie occidentali. Per tutto questo, non basta richiamare alle loro responsabilità la classe dirigente e le diverse categorie economiche e sociali. È, viceversa, necessario che ciascuno si rimbocchi le maniche e faccia la sua parte, senza disperdere energie nel ricercare le insufficienze altrui. Per quanto concerne i contenuti sui quali l’ACI intende impegnare il Governo, essi possono essere racchiusi nei punti di seguito illustrati. Si tratta di priorità che non possono essere eluse, pena il precipitare dell’intero nostro Paese in un baratro dal quale sarebbe davvero arduo riemergere. Devono essere, innanzitutto, determinate le condizioni perché si riavvii lo sviluppo dell’economia reale, quella cioè basata sulle competenze imprenditoriali e sul lavoro, concedendo sempre meno spazi alla finanza speculativa. Occorre altresì rendere più coesa la società, perseguendo una politica di equità sostanziale nella distribuzione della ricchezza prodotta dalla collaborazione tra il Capitale ed il Lavoro: equità che è, di per sé, una condizione che consente uno sviluppo più equilibrato. Si dovrà poi porre mano – ha continuato Altieri – ad una vera revisione della spesa pubblica, che non ricorra ai tagli lineari, ma usi l’ascia sulle ancora abbondanti sacche di spreco e preveda il reperimento e l’allocazione di risorse aggiuntive per gli investimenti finalizzati allo sviluppo. È inoltre sempre più avvertita l’esigenza di una semplificazione amministrativa che aiuti il Paese a crescere e non ne comprometta le potenzialità. Non si tratta di decidere se lo Stato debba essere più presente o meno presente: occorre meno Stato dove si può, ma più Stato dove serve. Si dovrà anche recuperare una credibilità sufficiente delle Istituzioni e la conseguente fiducia dei cittadini nei confronti delle stesse. Da troppi anni, infatti, le forze politiche godono di consensi sempre meno significativi da parte del Popolo e questa disaffezione si ripercuote direttamente sulle Istituzioni medesime, pregiudicandone l’azione. Si dovrà quindi pervenire ad un riassetto istituzionale che intervenga pesantemente sui costi della politica, non intaccando quelli della democrazia. Quella che viene richiesta è una opera strutturale di ingegneria costituzionale: occorre eliminare le tante sovrastrutture esistenti, dannose due volte, la prima per i costi di mantenimento, la seconda per la confusione dei ruoli, delle competenze e delle responsabilità. Uno Stato più snello, con procedure meno farraginose, con norme meno numerose e più chiare servirebbe, da solo, ad abbattere gran parte delle difficoltà cui le imprese ed i cittadini si trovano di fronte quotidianamente. Per realizzare questo programma, ha concluso Altieri, la Cooperazione è pronta a dare il proprio contributo, chiedendo in cambio alle Istituzioni soltanto competenza, determinazione, onestà e coerenza.”

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